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La storia della nostra provincia
![]() I colonizzatori greci, guidate da Teocle, furono i calcidesi provenienti dall'Eubea. Arrivati per primi, fondarono
nel 735 a.C. Naxos, l'odierna Giardini, sulla riviera dominata dal monte Tauro. Questi calcidesi furono raggiunti da altri e ad essi
si aggiunsero, per agglutinazione spontanea, gli abitanti dei luoghi vicini; tutti insieme si mossero e cominciarono a fondare altre
città degne di questo nome.
I calcidesi talvolta non andarono tanto per il sottile nell'inglobare i nuclei preesistenti o nell'allargare quello che da parecchio tempo dopo sarebbe stato chiamato 'spazio vitale', come giustificazione di aggressioni e imposizione del proprio sistema politico. Comunque si verificò un'amalgama di costumi attraverso la reciproca assimilazione. Messina fu fondata dai coloni greci della Calcidia nel 730 a.C., almeno secondo una tradizione comunemente accettata;
tuttavia l'origine storica della città è piuttosto confusa, con date diverse che si contraddicono. Strabone, storico romano, ne è certo,
specificando anche che furono i greci sbarcati pochi anni prima nel luogo in cui edificarono Naxos, a creare la nuova città dello Stretto.
C'è però chi ritiene databile al 756 a.C. la nascita della città chiamata Zancle, che in lingua sicula significa appunto falce, dalla forma falcata dell'approdo portuale; a sua volta l'immancabile Tucidide afferma che fu fondata (forse sul lato sud del porto) dai calcidesi e dai cumani della Campania prima di Reggio Calabria, sorta tra il 727 e il 724 a.C. I cumani infatti si sarebbero spinti ancora più a sud per sottrarsi alla spinta degli etruschi, popolo civile e commercialmente avveduto, alla ricerca di nuovi sbocchi. Ma si sa come vanno le cose, il progresso e il benessere economico sollecitano la concorrenza e l'istinto della supremazia;
così avvenne per Zancle, divenuta importante punto d'incontro economico e strategico fra fenici, cartaginesi, greci, etruschi, siculi.
Però Anassila, tiranno di Reggio che si preoccupava di non perdere il predominio delle popolazioni venute dalla Grecia tra il 491 a.C. e il 488 a.C., dopo un'accanita battaglia contro gli abitanti di Zancle, la invase e l'occupò: la chiamò Messana in onore dell'omonima città dalla quale era arrivata, Messene. Nel quadro delle colonizzazioni dei greci non dimentichiamo la fondazione di Milazzo, nel 716 a.C. Ma torniamo a Messana
che fu coinvolta nelle complicate vicende che in Sicilia implicarono popolazioni estranee all'isola come greci, cartaginesi e romani.
La sintesi degli avvenimenti che sottolinearono il valore mediterraneo della città, crocevia e punto di fruizione di interessi primari
contrastanti, potrebbe essere la seguente: alla morte di Anassila, prese il comando Micito e, dopo di lui, i due figli di Anassila.
Messana allora si ribellò e stipulò una breve alleanza con Agrigento, contro Siracusa; poi con Siracusa e Locri, contro Atene e Lentini. Sconfitta da Atene, fu costretta all'allenza con essa; nel 425 a.C. Messana ruppe il patto e mosse guerra contro Naxos, come dire figlio contro madre; nulla di nuovo sotto il sole, quando si tratta di 'eredità', rappresentata, in questo caso, dalla ricchezza della zona intorno all'Etna. Rimase sconfitta e si indirizzò contro Lentini, fondata a suo tempo, sempre dai coloni calcidesi, e subì un altro rovescio per opera degli ateniesi, ai quali non sembrò vero di correre in aiuto di Lentini e, per dirla parafrasando un detto siciliano, 'serrarsi il corno della sconfitta' e delle maleparti subite. Messana non si lasciò coinvolgere nella guerra contro Siracusa, intrapresa da Atene, e via via esaurì il proprio potenziale bellico e decadde, anche a causa di dissapori interni. Nel 396 a.C. i cartaginesi assediarono e distrussero Messana con il supporto di una flotta formata da 400 navi da guerra e
600 da trasporto. Secondo Diodoro Siculo, il generale punico Imilcone uccise tutti i superstiti, ma il tiranno Dionigi da Siracusa, accorso
in aiuto ai messinesi, riuscì a debellare l'avversario puniso, anche grazie ad un'epidemia di peste che decimò i cartaginesi.
Messana, ripopolata dai profughi e da altre genti, fu ricostruita. I cartaginesi, in cerca di vendetta, ritornarono, ma il tiranno di Siracusa Timoleone, accorso in aiuto di Messana, riuscì a trovare un accordo con i punici per la suddivisione dei reciproci 'spazi vitali'. Gli avvenimenti cambiarono ancora il loro corso; nel 315 a.C. Agatocle di Siracusa assalì Messana per averne il dominio e la città chiese aiuto a Cartagine. Amilcare richiamò allora i siracusani all'ordine affinchè rispettassero i patti stabiliti. Anche costoro erano in fuga e sarebbero approdati verso il 1050 a.C., o forse anche più di due secoli prima; i siculi respinsero i sicani verso l'interno dell'isola, anche se Diodoro Siculo, storico al quale bisogna sempre ricorrere nonostante i molti 'si dice', sostiene che l'abbandono territoriale dei sicani sia stato dovuto ai sismi e ai fenomeni vulcanici. Le immigrazioni marinaresche continuarono con gruppi di popolazioni che transitavano nello Stretto: elimi, probabilmente troiani e fenici che sostarono per organizzare una base di supporto commerciale per i loro intensi traffici marittimi intorno all'800 a.C. Ma ecco spuntare all'orizzonte le agili prue delle imbarcazioni di un piccolo popolo che avrebbe condizionato lo sviluppo della civiltà dell'uomo, aprendo nuovi immensi varchi alla cultura: i greci. |
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