CASSAZIONE: Medici responsabili anche se i test neonatali non sono obbligatori

Data:
2 Marzo 2005

La terza sezione civile della Cassazione (sentenza n. 2042, depositata il 2 febbraio scorso) ha riconosciuto la responsabilità di una ASL per la condotta colposa dei suoi medici, rei di non aver effettuato uno screening metabolico neonatale, pur se non obbligatorio per legge.

A rivolgersi ai giudici erano stati i genitori di bambino nato presso il reparto di Ginecologia dell’ospedale di Vittoria (Ragusa), che sin dai primi mesi di vita aveva presentato chiari segni di ritardo, fino a ricevere la diagnosi di una affezione da fenilchetonuria classica, rara malattia del metabolismo che provoca un danno cerebrale e che può essere fronteggiata solo con l’uso di prodotti dietetici a basso contenuto di aminoacidi.

L’invalidità totale del bimbo era stata confermata dalla Commissione sanitaria provinciale, che gli aveva riconosciuto il diritto all’assegno di accompagnamento.

Secondo i coniugi, l’allora USL 22 di Vittoria aveva omesso l’esecuzione di indagini specifiche che avrebbero consentito l’accertamento della patologia.

Di qui la richiesta di risarcimento dei danni patrimoniali e non patrimoniali subiti.

Il Tribunale di Ragusa aveva condannato la USL al risarcimento dei danni, la Corte d’Appello di Catania, cui l’ASL 7 di Ragusa si era poi rivolta, aveva confermato la condanna, rivalutando le somme richieste.

L’azienda sanitaria ha quindi proposto ricorso per cassazione, sostenendo che lo screening di massa per la fenilchetonuria non era obbligatorio per legge e che in Sicilia centri per effettuarlo sono estremamente carenti. La prestazione dunque non poteva farsi rientrare nell’ordinaria diligenza da parte del singolo medico.

La Suprema Corte di Cassazione ha definitivamente “condannato” l’ASL che, oltre a liquidare i danni, dovrà pagare anche le spese di giudizio.

Links & allegati

L’intera vicenda riportata da “Il sole 24 ore”

Ultimo aggiornamento

2 Marzo 2005, 08:54