Giuramento professionale

Il Giuramento di Ippocrate

Il moderno giuramento professionale si ispira al cosiddetto Giuramento di Ippocrate, il primo testo deontologico della storia della medicina.

Questo è il giuramento che ogni medico presta prima di iniziare la sua professione e prende il nome da Ippocrate che lo formulò nel 430 AC.

Nella riunione del Comitato Centrale della Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri, tenutosi a Bari il 13 giugno 2014, è stato aggiornato il testo del Giuramento che segna l’ingresso nella professione medica.

Il rispetto della vita e della dignità del malato, la perizia e la diligenza nell’esercizio della professione, sono alcuni dei doveri inseriti nel Codice, che ogni medico deve rispettare.

E’ un momento solenne in cui si esplicita simbolicamente ma anche concretamente – come “concrete” sono le parole, l’uso e la scelta di tali parole – il senso della professione medica.

In sostanza, si tratta di una sorta di sintesi che, in termini estremamente incisivi, riassume i principi deontologici ed etici che devono ispirare il medico in tutti i suoi comportamenti, anche al di fuori dell’ambito dell’esercizio professionale. E il giuramento che vi si presta una sorta di laico rito iniziatico, che segna l’ingresso in una professione sì millenaria ma il cui scandaglio conoscitivo è continuamente sottoposto a modifiche anche sensibilissime, dato il continuo evolversi della scienza, e i conseguenti nuovi problemi etici che ciò crea.

In questo “compromesso” tra la conferma di un ruolo millenario, da una parte, e il mutare del contesto sociale e di prospettive scientifiche, dall’altra, si è consumata la creatività speculativa di un gruppo di persone che ha varato il nuovo Giuramento.

Aggiornato nella stesura ma non nella tensione morale rispetto a quello antichissimo di Ippocrate (medico greco vissuto tra il V ed il IV secolo avanti Cristo, che diede vita alla prima summa deontologica dell’attività medica ndr), il testo odierno segue quelli precedentemente validati dalla FNOMCeO nel 1978, nel 1989, nel 1998 e poi nel 2007: un’operazione non di poco conto, come non di poco conto è ogni atto carico di senso e con una forte valenza simbolica.

Il testo del Giuramento professionale

Consapevole dell’importanza e della solennità dell’atto che compio e dell’impegno che assumo, giuro:

  • di esercitare la medicina in autonomia di giudizio e responsabilità di comportamento contrastando ogni indebito condizionamento che limiti la libertà e l’indipendenza della professione;
  • di perseguire la difesa della vita, la tutela della salute fisica e psichica, il trattamento del dolore e il sollievo dalla sofferenza nel rispetto della dignità e libertà della persona cui con costante impegno scientifico, culturale e sociale ispirerò ogni mio atto professionale;
  • di curare ogni paziente con scrupolo e impegno, senza discriminazione alcuna, promuovendo l’eliminazione di ogni forma di diseguaglianza nella tutela della salute;
  • di non compiere mai atti finalizzati a provocare la morte;
  • di non intraprendere né insistere in procedure diagnostiche e interventi terapeutici clinicamente inappropriati ed eticamente non proporzionati, senza mai abbandonare la cura del malato;
  • di perseguire con la persona assistita una relazione di cura fondata sulla fiducia e sul rispetto dei valori e dei diritti di ciascuno e su un’informazione, preliminare al consenso, comprensibile e completa;
  • di attenermi ai principi morali di umanità e solidarietà nonché a quelli civili di rispetto dell’autonomia della persona;
  • di mettere le mie conoscenze a disposizione del progresso della medicina, fondato sul rigore etico e scientifico della ricerca, i cui fini sono la tutela della salute e della vita;
  • di affidare la mia reputazione professionale alle mie competenze e al rispetto delle regole deontologiche e di evitare, anche al di fuori dell’esercizio professionale, ogni atto e comportamento che possano ledere il decoro e la dignità della professione;
  • di ispirare la soluzione di ogni divergenza di opinioni al reciproco rispetto;
  • di prestare soccorso nei casi d’urgenza e di mettermi a disposizione dell’Autorità competente, in caso di pubblica calamità;
  • di rispettare il segreto professionale e di tutelare la riservatezza su tutto ciò che mi è confidato, che osservo o che ho osservato, inteso o intuito nella mia professione o in ragione del mio stato o ufficio;
  • di prestare, in scienza e coscienza, la mia opera, con diligenza, perizia e prudenza e secondo equità, osservando le norme deontologiche che regolano l’esercizio della professione.

Ultimo aggiornamento

14 Febbraio 2024, 15:05